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#253 I mostri di Sullivan

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V.M.
view post Posted on 26/10/2007, 21:26




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#253 I MOSTRI DI SULLIVAN
Soggetto e sceneggiatura: Pasquale Ruju
Disegni: Giampiero Casertano
Copertina: Angelo Stano



Ecco come altrove ho commentato l' albo:


Letto con un pizzico di superficialità “I mostri di Sullivan” diverte, inutile negarlo. Nonostante la banalità del soggetto e la mancanza di velleità artistiche l’ albo risulta piacevole e scorrevole.
Ruju per far fronte alla scarsa ispirazione che (troppo?) spesso lo contraddistingue questa volta si tuffa nel passato, per la precisione nel Dylan chiaverottiano dei primi ’90.
Chiaverotti a suo tempo era quello che Ruju è oggi: il comprimario specializzato in albi di routine, il “tappabuchi” al servizio di Bonelli, l’ onesto e prolifico lavoratore che viene incontro alle esigenze dell’ editore dando la possibilità all’ Artista (Sclavi ieri, la Barbato o Medda oggi) di superare con calma ogni “blocco dello scrittore”.
Il differente approccio alla suddetta routine è però fra i due autori ben diverso: se Ruju, oltre ad aver gradualmente appiattito lo spessore psicologico del personaggio, ha spesso tradito le aspettative dei lettori con storie troppo fredde e razionali, Chiaverotti al contrario sfruttava al massimo quegli elementi che rendevano Dylan Dog un fenomeno commerciale (lo splatter, la poesia, la surrealtà, l’ ironia, l’ horror più puro) firmando così albi il più delle volte godibili, quasi sempre rispettosi del personaggio e, in alcuni casi, persino memorabili.
Con “I mostri di Sullivan” Ruju si mette in discussione e costruisce una storia basata su quegli stessi elementi che avevano fatto la fortuna del suo predecessore.
E così si rivedono le sequenze splatter (che purtroppo ormai lasciano molto all’ immaginazione), una bella e disinibita psicologa come fidanzata per il nostro Indagatore, il classico “perdente” come protagonista (Gilles Sullivan, un tipo depresso e vittima del datore di lavoro), una buona dose di follie soprannaturali degne del peggior filmaccio horror ed una sceneggiatura fluida e per fortuna non appesantita da inutili tentativi di spiegare l’ inspiegabile.
La minestra è vecchia e solo parzialmente riscaldata, ma vista la fame del pubblico dylaniato non ci si può lamentare più di tanto.

SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER

Gilles Sullivan vede mostri. Li vede dovunque: in ufficio, per strada, nella propria casa. Le voci assordanti che solo lui può sentire sono il suono della disperata frustrazione diffusa fra i londinesi.
Nella speranza di “guarire” si rivolge prima alla psicologa Olga (la quale, ancor più sconvolta, si rivolgerà a Dylan...), poi al Reverendo Sunbeauty [a proposito, chi ha notato a pagina 16 il simbolo della Massoneria?], profeta del “Terzo Occhio”. Affascinato dai discorsi del Reverendo, Gilles si buca la fronte con un cacciavite (!): se Sunbeauty più in là si rivelerà un impostore, lui invece il terzo occhio ce l’ ha per davvero.
Da quel momento in poi tutti coloro che hanno la sfortuna di incontrare Sullivan sono presi da un’ irresistibile voglia di suicidio.
Un soggetto facile e tutt’ altro che profondo, ma che permette a Ruju di soffermarsi sulla sceneggiatura e sui dialoghi: la narrazione non appassiona e neppure annoia, così il lettore può sfogliare l’ albo con la giusta quantità di distacco che gli consente di sorridere divertito in più occasioni (come, ad esempio, durante il dialogo fra Sunbeauty e la sua amante con tanto di lettura nel pensiero da parte di Sullivan).
Il finale è del tutto privo di pretese, come del resto l’ intera storia: la pazzia di Gilles è dovuta al fatto che egli aveva assistito da bambino al simultaneo suicidio di entrambi i genitori; i suoi poteri paranormali sono dovuti al terzo occhio di cui sopra, una creatura “golcondiana” dotata di tentacoli e di vita propria; per fermarla, incredibile ma vero, basterà il piombo della pistola di Dylan.
Brutto -lo dico senza giri di parole- ma anch’ esso dal sapore retrò è l’ epilogo: il particolare legame che si crea fra psicologo e paziente sembra aver fatto sì che i mostri di Sullivan si siano “trasferiti” nella mente della bella Olga. Anche qui Chiaverotti docet.

FINE SPOILER FINE SPOILER FINE SPOILER FINE SPOILER

Una menzione la merita il sempre bravissimo Casertano: i volti dei personaggi sono molto espressivi e le sue tavole sono assai particolareggiate (si guardi, ad esempio, come a pagina 26 tutti i clienti del pub tranne Dylan e Bloch -forse troppo presi dalla discussione...- stanno fissando il fondoschiena dell’ avvenente cameriera).

Se questo mese l’ autore ha voluto scrivere un albo divertente e nulla di più, l’ obiettivo è raggiunto. Ma a Ruju, visti il talento (se non lo avesse non avrebbe mai potuto firmare albi come “Un colpo di sfortuna”, “Il canto della sirena”, “Le due vite di Dream” e molte altre storie riuscitissime) ed il mestiere (altrimenti non sarebbe mai riuscito a portare avanti la testata quasi da solo per molti anni), è lecito chiedere un maggiore impegno_


V.M. (vietato ai minori)
V.M. -dal 1986-
 
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