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#256 Il feroce Takurr

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V.M.
view post Posted on 12/2/2008, 00:32




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#256 IL FEROCE TAKURR
Soggetto e sceneggiatura: Michele Medda
Disegni: Franco Saudelli
Copertina: Angelo Stano



SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER

Collezionisti, nerds ed eterni bambini
Il collezionista crede di collezionare oggetti, ma sono in realtà gli oggetti a collezionare lui. In altre parole il collezionista diventa schiavo degli oggetti collezionati, dimentica tutto per dedicarsi a loro e li antepone a ogni cosa fino a considerarli l’unica ragione della propria vita.
Il messaggio è straordinariamente chiaro e il finale grazie al sapiente uso del fantasy ha il pregio di renderlo esplicito senza farlo suonare moralistico. L’albo non può e non deve essere letto come un semplice giallo: se i personaggi sembrano stereotipati è perché mirano a non essere altro che delle caricature, se la soluzione dell’intreccio pare così irrazionale è perché l’intera vicenda va letta in chiave ironica e metaforica.
Con “Il feroce Takurr” Medda si rivolge a tre categorie di persone.
La prima: i collezionisti. L’esempio è Philip Boyd, facoltoso e presuntuoso signore di mezza età in giacca e cravatta. La sua notevole e tanto sbandierata “cultura” sta nel fatto che egli è un esperto di “Monsterribles”. Peccato che i Monsterribles siano solo i personaggi di insulse e infantili cards da collezione.
La seconda: i nerds. L’esempio è Freddy Mullen, un ragazzetto brufoloso che ama i manga a tal punto da costringere le varie fidanzate a vestirsi e mangiare come delle giapponesi. Nel corso della propria vita Freddy cambierà abitudini e hobby, ma il suo modo di affrontare le passioni (dal cinema d’essai all’allevamento di gatti) resterà totalizzante e patologico. Per dirla alla Medda: nerds si nasce, nerds si muore.
La terza: gli adulti affetti dalla sindrome di Peter Pan. Bertram Watkins è rappresentato in due foto, la sua ex dice: “A trent’anni di distanza. Ma il giocattolo è sempre lo stesso: l’aereo del capitano Babbit, il coniglio volante dei Thunderpets. E temo che anche l’età mentale di Bertram fosse rimasta la stessa.” Altro esempio, forse il più riuscito dell’intera storia: il padre di famiglia che avendo notato in una vetrina il pupazzo che da piccolo tanto aveva desiderato decide di acquistarlo sperperando denaro che avrebbe potuto impiegare in spese ben più utili.

Considerazioni personali
La posizione di Medda è portata avanti da Groucho, guarda caso il personaggio meno ironico proprio perché, a differenza degli altri, consapevole della propria ironia: quando Dylan gli racconta di aver sognato i protagonisti di oggetti collezionabili, il suo assistente gli mostra delle riviste pornografiche suggerendogli di concentrare la propria attenzione su faccende ben più serie. Si tratta di uno scambio di battute che chiarisce il punto di vista dell’autore, ovvero la critica verso chiunque si rincoglionisca con hobby stupidi e/o infantili nell’incapacità di “diventare grande” e di trovare uno scopo di vita più “degno”.
Si tratta di una posizione che è legittimo tanto condividere quanto ritenere indisponente: è ovvio che quella di Medda non sia nulla più di una simpatica presa in giro, ma va considerato che in primo luogo essa viene rivolta ad un pubblico (quello dei lettori dylaniati) che può facilmente rientrare nelle categorie sopra citate; in secondo luogo il pulpito dal quale proviene la predica è una testata che negli ultimi anni, vista la qualità media, spesso è seguita più per mero collezionismo che per effettivo interesse. Insomma, è un po’ come andare in un Milan club e gridare “Il Milan fa schifo”: lo sfottò è assolutamente lecito, ci mancherebbe, ma il luogo non è certo quello più opportuno per esprimerlo.

Giudizio complessivo
A prescindere dalle considerazioni di tipo etico (che comunque in questa sede lasciano il tempo che trovano) risulta impossibile, dopo “Reality show”, non applaudire un altro albo eccellente quale è “Il feroce Takurr”.
Magari i dylaniati “duri e puri” avranno storto il naso per la totale mancanza dell’elemento horror, per l’eccessiva “leggerezza” del tema trattato; o per lo spietato straniamento di Dylan, un uomo degli anni ’80 che Medda si diverte a scaraventare nel 2008 (chi sono i Coldplay? Cosa significa “OT”?); oppure ancora per l’eccessiva freddezza delle storie meddiane, lontane dal pathos che caratterizza le opere della Barbato; o infine per lo stile di Saudelli, qui troppo sciatto e disomogeneo (seppure adatto all’ironia che pervade le 94 pagine).
Ma sarebbe impossibile e ingiusto ignorare l’estrema originalità del soggetto, la maestria con la quale esso è raccontato (dalla sceneggiatura ai dialoghi) e l’incredibile quantità di momenti esilaranti e memorabili che l’albo offre.
Un lavoro si trasforma in Arte quando non si limita a realizzare in modo perfetto lo scopo per il quale viene creato, ma aggiunge un’idea, un punto di vista, un’emozione dell’autore. “Il feroce Takurr” oltre ad essere un Dylan Dog di ottima fattura ha il pregio di divertire (ma anche indisporre) e far riflettere (ma anche far discutere) mostrando una porzione della personalità di Michele Medda. Si tratta quindi di un’opera artistica, non di un mero “buon artigianato”, e va per questo promossa a pieni voti. Perché se nella serie non dovessero più trovare spazio storie del genere, beh, a quel punto fra Dylan Dog e le cards dei Monsterribles (quindi anche fra noi e il signor Bertram) ci sarebbero ben poche differenze_


V.M. (vietato ai minori)
V.M. -dal 1986-
 
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Bontus
view post Posted on 13/2/2008, 13:32




Carino non eccezzionale ma molto leggibile...
 
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ale0824
view post Posted on 27/4/2008, 09:23




bello ma nn ai livelli di quelli precedenti (tt i numeri dal 100 al 210) però parlava di collezzionismo,il mio hobby preferito
 
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celtic girl
view post Posted on 27/8/2011, 15:29




che albo... strampalato
 
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3 replies since 12/2/2008, 00:32   1531 views
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