Là, ecco la Casa Editrice di Dylan Dog, direttamente dal Sito Ufficiale.
1. La Fabbrica dei Sogni
Il fumetto italiano nasce negli anni Trenta, con grandi debiti nei confronti del fumetto americano di cui pubblica, in quegli anni, quasi tutto il materiale esistente. Contemporaneamente inizia a svilupparsi una scuola di sceneggiatori e disegnatori nazionali, alla ricerca di una propria consapevole identità e di una maggiore autonomia espressiva. Nell'immediato Dopoguerra, un gruppo di Case editrici italiane, tutte di carattere e struttura artigianale, dà il via a una grande produzione a fumetti che giunge ben presto a contrastare il predominio della tradizione del materiale di importazione nord-americano, fino a renderlo irrilevante. Tra queste Case editrici si segnala sempre più la Edizioni Audace, che Gian Luigi Bonelli, già affermato sceneggiatore, ha rilevato nel 1940 dall'editore Lotario Vecchi. A causa di una serie di vicende legate al conflitto, la direzione della Casa editrice passa successivamente alla moglie Tea che, in breve tempo, la impone sul mercato grazie ad alcuni successi del fumetto popolare degli anni Quaranta-Cinquanta (Tex, Hondo, Ipnos, Mani in alto!, Kociss, I Tre Bill, Yuma Kid, il Sergente York), i cui testi portano spesso la prestigiosa firma di Gian Luigi Bonelli. All'inizio degli anni Sessanta, la direzione della Casa editrice passa a Sergio Bonelli, all'epoca già impegnato nell'attività parallela di sceneggiatore con lo pseudonimo di Guido Nolitta. Da Audace l'azienda diventa Edizioni Araldo e, nel corso degli anni successivi, assume, talvolta contemporaneamente, nomi diversi: Cepim, Daim Press, Altamira e, oggi, Sergio Bonelli Editore. La serie dei successi prosegue con personaggi come il Piccolo Ranger (1958), ideato da Andrea Lavezzolo, Zagor (1961) di Guido Nolitta e il Comandante Mark (1966), firmato dal gruppo EsseGesse. A partire dai primi anni Sessanta (con Storia del West, scritta e disegnata da Gino D'Antonio, pubblicata in molti Paesi europei e perfino in Brasile), i temi e gli schemi dell'avventura tradizionale vengono progressivamente rinnovati, nel quadro di un progetto di revisione del concetto di avventura classica.
Questo processo culmina nella seconda metà degli anni Settanta con l'uscita di collane come I Protagonisti (1974), Un Uomo, un'Avventura (1976) e l'apparizione di personaggi come Mister No (creato da Guido Nolitta nel 1975), Ken Parker (di Berardi e Milazzo, 1977) e Martin Mystère (di Alfredo Castelli, 1982). Contemporaneamente all'affermarsi in Italia e in Francia del cosiddetto "fumetto d'autore", anche Sergio Bonelli scende in campo con due riviste che resteranno tappe fondamentali dell'editoria italiana: Orient Express, che accanto a giovani talenti nostrani come Saudelli, Rotundo e Cossu ospita anche nomi già consacrati come quelli di Magnus e di Giardino, e Pilot (edizione italiana dell'omonima e prestigiosa rivista francese); episodi, questi, che, pur con esiti poco fortunati di vendite, testimoniano la costante attenzione della Casa editrice verso i nuovi umori e le nuove tendenze del fumetto internazionale. L'evoluzione prosegue nei primi anni Ottanta con la nascita di Dylan Dog, l'Indagatore dell'Incubo creato dalla penna di Tiziano Sclavi, con il poliziesco Nick Raider (scritto da Claudio Nizzi) e con Nathan Never (creato dagli sceneggiatori Michele Medda, Antonio Serra e Giuseppe Vigna), prima incursione della Casa editrice nel territori della fantascienza. Gli anni Novanta hanno visto l'arrivo di serie fantasy come Brendon e western-horror come Magico Vento, senza dimenticare le tre collane incentrate su personaggi femminili (Legs Weaver di Medda, Serra & Vigna, Julia di Giancarlo Berardi, Gea di Luca Enoch), mentre il Duemila è iniziato con il debutto di Dampyr (ideato e scritto da Mauro Boselli e Maurizio Colombo) e di Gregory Hunter, il Ranger dello spazio firmato da uno dei tre "papà" di Nathan Never, Antonio Serra.
Pur essendosi avventurata anche in produzioni a colori, la Sergio Bonelli Editore ha sempre preferito la proposta del bianco e nero, privilegiando l'interesse dei contenuti e una politica di prezzi di vendita popolari. Attualmente vengono pubblicate sedici testate-chiave: Tex, Zagor, Mister No, Martin Mystère, Dylan Dog, Nick Raider, Nathan Never, Legs Weaver, Collana Almanacchi, Magico Vento, Napoleone, Brendon, Julia, Jonathan Steele, Gea e Dampyr. A conti fatti, una delle maggiori soddisfazioni della Casa editrice è di essere riuscita a far conoscere e amare - praticamente in tutto il mondo, compresi gli Stati Uniti e il Sud America - quel fumetto italiano che, nel Dopoguerra, aveva contribuito caparbiamente a far nascere.
Nel corso del tempo, i personaggi di Sergio Bonelli Editore hanno infatti più volte varcato i confini dell'Italia. Evitando di tracciare una mappa completa delle varie traduzioni, non possiamo non ricordare almeno l'edizione indiana di Tex in lingua tamil e le mini-serie di Nathan Never, Dylan Dog e Martin Mystère edite nel 1999 dalla Casa editrice americana Dark Horse.
Certo, non è aggiornato l’elenco delle testate.
Continuiamo con:
Un Editore, Un’Avventura
Il nome Bonelli accompagna la più vasta produzione di letteratura disegnata, interamente italiana, che si sia data nel nostro Paese dal periodo prebellico a oggi. A dare inizio a questa imponente avventura editoriale è stato Giovanni Luigi Bonelli, creatore, tra i tanti personaggi cui la sua incontenibile fantasia ha dato vita, di quel Tex che è ormai diventato un'icona dell'immaginario collettivo, e non soltanto italiano. La passione per il racconto e per l'Avventura è sempre stata una fedele compagna per Gianluigi Bonelli. Dopo alcune esperienze in campo letterario, egli si rivolse (nel 1936) al fumetto, riversando tutta la sua esuberanza narrativa nella creazione di decine di personaggi e di storie, sia per "Il Vittorioso" che per l’“Audace”, due riviste di fumetti tra le più prestigiose dell'epoca. E proprio la collaborazione all'"Audace" pose le basi per la nascita della Casa editrice che, circa dieci anni dopo, portò nelle edicole il fenomeno Tex, e che, nel corso della sua lunga vita, ha cambiato più volte denominazione. Edizioni Audace, Edizioni Araldo, Cepim, Daim Press, Altamira sono alcuni tra i tanti nomi che si sono succeduti o, in taluni periodi, addirittura sovrapposti, nel definirne l'identità, fino all'attuale Sergio Bonelli Editore, dal nome del figlio di Gianluigi e Tea Bonelli, egli stesso prolifico sceneggiatore e da molti anni alla guida della Fabbrica dei Sogni di via Buonarroti. Probabilmente, però, gli imprevisti del cammino avrebbero arrestato o reso più impervia la marcia della Casa editrice, se a guidare le sorti delle Edizioni Audace, negli anni difficili dell'immediato dopoguerra, non fosse intervenuta proprio Tea Bonelli, una signora dall'aspetto mite e gentile, ma dotata di una volontà di ferro, la quale, attraverso un'oculata amministrazione, riuscì a mandare avanti la storica testata che G. L. Bonelli aveva rilevato nel 1941 dal precedente editore, Mondadori. Nella sua nuova veste di curatore editoriale, il futuro papà di Tex intervenne da subito in maniera molto decisa per il rilancio dell'"Audace", modificandone radicalmente la struttura: non più diverse storie a puntate, bensì una sola storia, completa, per numero. E con un protagonista ricorrente: quel Furio che doveva diventare uno dei personaggi più famosi del fumetto italiano, e che avrebbe condiviso gli onori della ribalta con altre glorie del fumetto del tempo, in occasione della pubblicazione degli albi speciali Audace.
Nella sezione “Gli Anni Ottanta”:
DYLAN DOG (1986)
È il miglior investigatore nel suo genere, anche perché è l'unico. I giornali londinesi lo definiscono spesso "ciarlatano", perfino "imbroglione": lo accusano di truffare la gente, sfruttando la credulità popolare nel soprannaturale, perché non accetta di indagare sui casi normali, ma esclusivamente sui misteri che di solito vengono liquidati come fandonie o allucinazioni. Fantasmi, zombi, licantropi, mostri in genere. Creature e vicende arcane, tenebrose, inspiegabili. In realtà, Dylan Dog è soltanto un uomo che cerca di capire le paure, gli orrori, gli incubi. Quelli dei suoi clienti, ma anche i propri. E le sue avventure sono viaggi nei labirinti più oscuri e segreti della mente umana, perché l'incubo svanisca e diventi sogno... Dylan Dog è indubbiamente un caso straordinario all'interno della storia del fumetto italiano. Personaggio estremamente innovativo (almeno quanto Ken Parker) sia a livello grafico che narrativo, nel giro di pochi anni, ha raggiunto un successo straordinario in un momento in cui il mercato del fumetto avvertiva grandi difficoltà nelle vendite. Merito, senza dubbio, dei sorprendenti testi del creatore del personaggio, Tiziano Sclavi, che, rielaborando tematiche come quelle relative all'orrore e al macabro, ha saputo toccare corde ancora nascoste nella sensibilità dei giovani lettori, spesso disinteressati alla lettura in generale, non soltanto a quella dei fumetti. Dylan Dog, "l'Indagatore dell'Incubo", è assistito (si fa per dire) da Groucho, un simpatico folle che ricalca nell'aspetto e nell'umorismo surreale la figura dell'attore Groucho Marx. Altri personaggi di una certa rilevanza nella storia sono l'ispettore Bloch di Scotland Yard (sempre sul punto di andare in pensione) e il diabolico professor Xabaras, padre di Dylan e, nello stesso tempo, suo avversario. Negando ogni tipo di struttura tradizionale, Sclavi ci fornisce ben poche informazioni sui suoi personaggi e sul loro passato, concentrando la nostra attenzione sulla storia e sull'incalzare degli avvenimenti, resi con tecnica cinematografica attraverso lunghe sequenze che si avvalgono di un dialogo estremamente credibile e moderno. L'immagine da bel tenebroso del protagonista (ispirato all'attore Rupert Everett), le atmosfere e i temi romantici di molte avventure hanno conquistato, per la prima volta, alla lettura dei fumetti bonelliani una importante percentuale di pubblico femminile.
Edited by Per un pugno di sterline - 18/3/2007, 05:49